FIAT DINO
Inviato: mer 12 nov , 2008 1:53
La Dino Fiat nacque da un accordo tra la Fiat e la Ferrari, nato dall'esigenza della Casa di Maranello di costruire rapidamente un numero sufficiente di motori Dino (così chiamati perché derivati da un progetto del 1956 dello scomparso figlio di Enzo Ferrari, Alfredo, detto Dino) per ottenere l'omologazione in Formula 2.
Così, accanto alle più costose Dino 206 GT (che comunque avevano il motore più potente di 20 cv rispetto le Fiat), venne deliberata la produzione di più abbordabili (anche se sempre costose) versioni a marchio Fiat. In realtà, la condivisione tecnica tra le "Dino" della Ferrari e quelle Fiat era limitata al motore V6.
Le Dino 206 GT non venivano commercializzate con il marchio Ferrari, bensì con il marchio "Dino", senza scritta Ferrari né sui motori né sui cofani e senza il cavallino rampante, che venivano riservate alle Ferrari 12 cilindri.
L'impostazione tecnica era totalmente diversa e, sulle Fiat, piuttosto classica: motore anteriore, trazione posteriore, avantreno a ruote indipendenti con triangoli sovrapposti, retrotreno a ponte rigido, cambio manuale a 5 marce e freni a disco (con servofreno) su tutte le ruote. La prima "Dino" della Fiat ad essere presentata fu, nella primavera del 1967, la Spider, una due posti secchi disegnata da Pininfarina e non priva di similitudini estetiche coi modelli Ferrari (e non era un caso, visto che derivava da alcuni bozzetti che lo stilista aveva presentato proprio alla Casa di Maranello).
L'esuberante e scorbutico V6 di 1987cc, tutto in alluminio e dotato di distribuzione a 4 alberi a camme in testa (2 per bancata), metteva in crisi il retrotreno. L'abbondante potenza (160cv a 7200 giri/minuto) erogata in modo poco lineare, il passo corto (2256 mm e l'arcaica geometria della sospensione posteriore, rendevano la Dino una vettura molto nervosa.
Al Salone dell'automobile di Torino dello stesso anno venne presentata la "Dino Coupé", con carrozzeria disegnata da Bertone. Dotata della stessa meccanica della "Spider" (salvo il passo allungato a 2550 mm), la Coupé aveva un'impostazione più elegante che sportiva (le dimensioni dell'imponente coupé fastback, con abitabilità per 4 persone, erano importanti: 4514mm di lunghezza e 1709 di larghezza). Il comportamento stradale era meno reattivo di quello della spyder, soprattutto per il passo più lungo, la minor compattezza della carrozzeria (la spyder era lunga 4107 mm) e la massa maggiore(1220kg contro i 1150).
L'evoluzione [modifica]
Nel 1969 entrambe le versioni vennero aggiornate. La cilindrata del motore, che adottò basamento in ghisa (la testa rimase in alluminio), crebbe a 2418cc (la potenza era di 180cv), mentre il retrotreno (ora identico a quello della 130) divenne a ruote indipendenti. Con questo motore l'auto raggiungeva i 205km/h nella versione coupé e i 210 in quella spyder. Gli interventi estetici furono minimi, sia per la spyder che per la coupé: mascherina verniciata in nero opaco, nuovi cerchi, plancia con consolle centrale ridisegnata e finiture migliorate.
La produzione cessò nel 1972. Nessun modello ne raccolse l'eredità.
La produzione [modifica]
In tutto sono state prodotte 7.651 Dino Fiat, il 79% delle quali (6.068) con carrozzeria coupé. La ripartizione tra i modelli è la seguente:
Dino Spider 2.0: 1163 esemplari (Telai AS)
Dino Spider 2.4: 420 esemplari (Telai BS)
Dino Coupé 2.0: 3670 esemplari (Telai AC)
Dino Coupé 2.4: 2398 esemplari (Teali BC)
Per ottenere la sospirata omologazione fu organizzata una prima serie di 500 spyder; telai AS00001 - AS 000500; caratterizzati dall'assenza dell'accensione elettronica Dinoplex.
Così, accanto alle più costose Dino 206 GT (che comunque avevano il motore più potente di 20 cv rispetto le Fiat), venne deliberata la produzione di più abbordabili (anche se sempre costose) versioni a marchio Fiat. In realtà, la condivisione tecnica tra le "Dino" della Ferrari e quelle Fiat era limitata al motore V6.
Le Dino 206 GT non venivano commercializzate con il marchio Ferrari, bensì con il marchio "Dino", senza scritta Ferrari né sui motori né sui cofani e senza il cavallino rampante, che venivano riservate alle Ferrari 12 cilindri.
L'impostazione tecnica era totalmente diversa e, sulle Fiat, piuttosto classica: motore anteriore, trazione posteriore, avantreno a ruote indipendenti con triangoli sovrapposti, retrotreno a ponte rigido, cambio manuale a 5 marce e freni a disco (con servofreno) su tutte le ruote. La prima "Dino" della Fiat ad essere presentata fu, nella primavera del 1967, la Spider, una due posti secchi disegnata da Pininfarina e non priva di similitudini estetiche coi modelli Ferrari (e non era un caso, visto che derivava da alcuni bozzetti che lo stilista aveva presentato proprio alla Casa di Maranello).
L'esuberante e scorbutico V6 di 1987cc, tutto in alluminio e dotato di distribuzione a 4 alberi a camme in testa (2 per bancata), metteva in crisi il retrotreno. L'abbondante potenza (160cv a 7200 giri/minuto) erogata in modo poco lineare, il passo corto (2256 mm e l'arcaica geometria della sospensione posteriore, rendevano la Dino una vettura molto nervosa.
Al Salone dell'automobile di Torino dello stesso anno venne presentata la "Dino Coupé", con carrozzeria disegnata da Bertone. Dotata della stessa meccanica della "Spider" (salvo il passo allungato a 2550 mm), la Coupé aveva un'impostazione più elegante che sportiva (le dimensioni dell'imponente coupé fastback, con abitabilità per 4 persone, erano importanti: 4514mm di lunghezza e 1709 di larghezza). Il comportamento stradale era meno reattivo di quello della spyder, soprattutto per il passo più lungo, la minor compattezza della carrozzeria (la spyder era lunga 4107 mm) e la massa maggiore(1220kg contro i 1150).
L'evoluzione [modifica]
Nel 1969 entrambe le versioni vennero aggiornate. La cilindrata del motore, che adottò basamento in ghisa (la testa rimase in alluminio), crebbe a 2418cc (la potenza era di 180cv), mentre il retrotreno (ora identico a quello della 130) divenne a ruote indipendenti. Con questo motore l'auto raggiungeva i 205km/h nella versione coupé e i 210 in quella spyder. Gli interventi estetici furono minimi, sia per la spyder che per la coupé: mascherina verniciata in nero opaco, nuovi cerchi, plancia con consolle centrale ridisegnata e finiture migliorate.
La produzione cessò nel 1972. Nessun modello ne raccolse l'eredità.
La produzione [modifica]
In tutto sono state prodotte 7.651 Dino Fiat, il 79% delle quali (6.068) con carrozzeria coupé. La ripartizione tra i modelli è la seguente:
Dino Spider 2.0: 1163 esemplari (Telai AS)
Dino Spider 2.4: 420 esemplari (Telai BS)
Dino Coupé 2.0: 3670 esemplari (Telai AC)
Dino Coupé 2.4: 2398 esemplari (Teali BC)
Per ottenere la sospirata omologazione fu organizzata una prima serie di 500 spyder; telai AS00001 - AS 000500; caratterizzati dall'assenza dell'accensione elettronica Dinoplex.