
La Fiat Barchetta è un'autovettura spyder prodotta negli stabilimenti della casa torinese dal 1994 al 2005.
Storia
La barchetta (che si scrive rigorosamente in minuscolo, così com'è scritto sullo sportellino porta oggetti) il disegno dell'esterno è nato nel 1994 per opera di un designer greco, Andreas Zapatinas che ha fatto i suoi primi schizzi nel 1990 ispirandosi alla Ferrari 166 MM e che è rimasto a capo del progetto fino al 1993; dopo questo incarico, Zapatinas è stato nominato direttore del centro stile Alfa Romeo. L'interno venne realizzato, partendo dai primi concept di Peter Davis e Giuseppe Bertolusso, da Alessandro Cavazza che sostitui poi Zapatinas come responsabile di stile del progetto e portò la macchina in produzione. Il codice di progetto è 183. I progetti per la barchetta erano due ed in competizione tra loro. Erano indicati con i nomi di due pizze: la Marinara dalla quale è uscita la forma definitiva della Fiat barchetta, e la Diavola, una rivisitazione del disegno di Chris Bangle per la Fiat Coupé.
La vettura venne progettata a partire dal telaio della Fiat Punto ed equipaggiata di un motore da 1.747cc 16V erogante la potenza di 130 cv a 6300 giri/minuto, in comune all'altro modello sportivo di casa Fiat, la Coupé, e alla versione HGT della nuova Punto (prodotta dal 1999). Fra le sue caratteristiche costruttive principali, il variatore di fase (VFD) sull'albero a camme lato aspirazione che agisce sull'anticipo di apertura delle valvole e consente di realizzare il migliore compromesso fra potenza, coppia e emissioni. Ai bassi regimi viene anticipata la fasatura di aspirazione migliorando la coppia, mentre a quelli alti essa viene ritardata ottimizzando le prestazioni. Il risultato è una estrema elasticità del motore, che eroga il 90 % della coppia massima fra i 2000 e i 6000 giri/minuto. Tale propulsore le permette di spingersi a oltre 200 km/h con uno scatto di 0-100 in poco meno di 9 secondi netti. La Fiat barchetta è stata esclusivamente equipaggiata con questo propulsore in tutto il periodo della sua produzione. Non esistono versioni con motorizzazioni differenti.
Sono di serie la scocca a deformabilità programmata, rinforzata contro gli urti frontali e dotata di barre anti intrusione laterali nelle portiere è stata messa a punto in oltre 40 crash-test fra i più selettivi in assoluto. Il parabrezza è rinforzato da una struttura tubolare ad elevata resistenza dello schiacciamento. L’abitacolo a struttura rigida, è una cellula di sopravvivenza indeformabile. Un risultato reso possibile anche da una serie di interventi specifici sul pianale. Due longheroni di ampia sezione rinforzati , due longherine sottopavimento e un doppio tunnel centrale racchiusi da una traversa sottoparabrezza che collega i montanti e da una traversa sottopiedi costituiscono una “gabbia di protezione” ad altissima resistenza. Sono inoltre di serie: air-bag lato guida; cinture di sicurezza con pretensionatore; sedili con traversa interna antiscivolamento (anti submarining); serrature delle portiere ad elevata resistenza; impianto anti incendio FPS con interruttore inerziale, blocco pompa e valvola antideflusso carburante e serbatoio carburante in materiale ad elevata resistenza collocato in vano protetto, Air-bag passeggero su richiesta e la chiave elettronica antifurto con blocco motore "Fiat Code". L'impianto frenante a doppio circuito incrociato e a doppio correttore di frenata, permette il controllo della vettura anche in caso di anomalia ad uno dei due rami. I freni sono a 4 dischi. Il servofreno a corsa ridotta rende più efficace la frenata nella guida sportiva. A richiesta era disponibile l'impianto ABS a quattro canali e quattro sensori (equipaggiato di serie su alcune versioni tra le quali la "Riviera").
Dal 1994 al 2002 la Fiat barchetta ha portato sugli sportelli il simbolo e la scritta Maggiora che è il carrozziere di Chivasso (To) che la assemblava, mentre il telaio veniva costruito (stampato e saldato) presso la ILCAS di Sparone (To). Dopo il fallimento del carrozziere torinese nel 2002 la produzione venne sospesa fino al 2004 e ripresa dallo stabilimento di Mirafiori fino a giugno del 2005.
Nonostante la grande richiesta e l'ottimo mercato inglese, la barchetta è disponibile solo con guida a sinistra, poiché la Fiat ritiene e ritenne troppo costoso e anti-estetico il portare l'intera struttura di guida a destra.
Produzione di serie
Furono prodotte 57.791 unità. La prima barchetta è stata prodotta nel gennaio del 1995 (la numero 00000099), mentre l'ultima nel giugno del 2005 (la numero 00057890), le ultime 2000 unità erano le MY2003, modello che subì un leggero restyling.
I modelli esistenti di questa autovettura spider (o forse meglio definibile come Roadster) prodotta dalla casa Fiat sono stati molti, riconoscibili dalle numerazioni del telaio:
183.809.0 SS. Club Italia 1998
183.819.0 Limited Edition 1998
183.829.0 MPI 1750 (quella standard 16v 1747cc)
183.839.0 Giappone 183.849.0 - Limited Edition Japan
183.859.0 Limited Edition 1999
183.879.0 Lido 1999
183.759.0 Web 1999 (prima auto venduta sul web)
183.520.0 Palinuro
183.570.0 Lido
? Amalfi 2000
183.899.0 Riviera 2000
? All-In 2001 (Svizzera)
? Milano
183.500.1 Naxos 2002
? Spider Europa
? Sergio Tacchini 2004 (Belgio)
? Alviero Martini 2004
? Consacrazione 2005 (Francia)
Caratteristiche tecniche
Nella barchetta tutte le varie componenti, dal telaio al motore, sono esclusive. L'abitacolo, per esempio, costituisce una robusta cellula di sopravvivenza, rinforzato nella zona longheroni e con un robusto parabrezza che fa le veci di Roll bar. Il tutto per una rigidezza torsionale di 50.000 kgm/rad, la migliore della sua categoria. La distribuzione dei pesi è tipica delle trazioni anteriori: 65% anteriore e 35% al posteriore.
Avantreno sensitivo.
Il MacPherson ha regolazioni particolari, soprattutto sportive: molle rigide, barra ben dimensionata, carreggiata larga, pneumatici sportivi e angoli caratteristici delle ruote consentono una precisione e una sensibilità di guida notevoli.
Sterzo instantaneo.
Il servocomando con cremagliera costituisce una delle più importanti novità della barchetta: decisamente diretto (15:1), veloce, traccia traiettorie in curva molto precise o le sa correggere all'istante. Risulta preciso nel comportamento in curva per la sua rapidità di reazione e perché in tutte le situazioni permette di valutare il grado di aderenza dell'avantreno. Richiede però un po' di tempo per abituarsi alla sua nervosità, specie al momento dell'inserimento in curva.
Retrotreno fedele.
Dietro, le ruote indipendenti con bracci longitudinali e barra antirollio seguono bene il comportamento dell'avantreno. La coda ha risposterapide e sicure anche nelle manovre di emergenza o nel semplice rilascio dell'acceleratore in curva. Ne derivano stabilità e sicurezza attiva di ottimo livello.
(Fonte Quattroruote marzo 1995)


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