Un itinerario in barchetta lungo le Rive e Viale Miramare

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Paola
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Un itinerario in barchetta lungo le Rive e Viale Miramare

Messaggioda Paola » mar 01 feb , 2005 19:19

L'appuntamento è fissato alle ore 9.30 davanti alla Stazione Marittima. Aspettando l'arrivo di tutte le barchette, ne aprofittiamo per scambiare due chiacchiere con quanti sono già sul posto, per fare due passi sul molo adiacente con alcuni, per scambiarsi i saluti con gli altri, appena giunti al ritrovo. Il tempo di fare un conteggio delle macchine presenti, sì, ci siamo tutti!, ed è ora di partire. Alle 10 in punto, con il rintocco di Micheze e Iacheze in sottofondo, le due statue in bronzo che svettano sulla torre del Municipio, copia delle statue originali che ora giacciono in un museo, le barchette si staccano dal piazzale una ad una, in testa la nostra barchetta che fa da apripista.

Giriamo e, al semaforo, svoltiamo a sinistra per immetterci sulla Riva del Mandracchio, che pochi metri più avanti diventa Riva III Novembre, stiamo costeggiando le cosiddette Rive di Trieste. Alla nostra destra, possiamo vedere Piazza Unità d'Italia (chiamata anche solo Piazza Unità), così ribattezzata nel 1954, prima il suo nome era Piazza Grande. Ci sono dei lavori sulla viabilità e dobbiamo passare nell'altra corsia, assieme alle macchine che procedono nella direzione opposta. Ecco ora, sempre a destra, la Chiesa Greca, è un pò storta da un lato in quanto c'è stato un cedimento delle fondamenta. Di fronte, il Molo Audace, così chiamato dal nome del cacciatorpediniere “Audace” che lì attraccò il 4 novembre del 1918. Meta delle passeggiate di tanti triestini, è un punto nevralgico quando soffia forte la Bora, e con l'alta marea le ondate si alzano a lambire il molo; rappresenta un punto ideale per ammirare i fuochi d'artificio, legati ad alcune manifestazioni particolari, come la Barcolana, che solitamente vengono lanciati dalla diga che gli sta di fronte. Più avanti, superata la sede della Capitaneria di Porto, dove prima c'era l'idroscalo - costruito attorno agli anni '30 -, il Teatro Miela e di fronte il Canal Grande (o Canale di Ponterosso) con il caratterestico Palazzo Gopcevich, sede di mostre. Sullo sfondo del canale si nota la Chiesa di Sant'Antonio Nuovo, con l'ampio colonnato antistante e con la piazza omonima e la fontana, recentemente ristrutturata, davanti. Percorriamo Corso Cavour fino alla Stazione ferroviaria, dove giriamo attorno alla Piazza Libertà, immettendoci quindi su Viale Miramare.

La sfilata delle barchette di tutti i colori attira lo sguardo dei passanti, anche di quelli più distratti, che attendono il verde del semaforo, per raggiungere la stazione e prendere il treno. All'interno, sulla sinistra, c'è il Punto Franco Vecchio ed il relativo Porto Vecchio, per distinguerlo dal Porto Nuovo, che sta dalla parte opposta del golfo. Un altro semaforo, e passiamo uno dopo l'altro sotto il ponte della ferrovia, proprio mentre sta transitando un treno; qualche pilota ne aprofitta per esprimere un desiderio, trattenendo il respiro (chissà mai che si avveri!). Il sole sta scaldando l'aria e, anche se non è ancora giunta la primavera, la giornata è tiepida e, grazie anche al riscaldamento acceso, sfiliamo tutti top-down. Percorriamo Viale Miramare fino a quello che prima si chiamava Piazzale Kennedy e che ora invece ha preso il nome di Piazzale Vittime 11 Settembre 2001, da lì siamo sulla Strada Statale 14, la Costiera Triestina.

Il mare è sulla nostra sinistra (viaggiamo infatti in direzione di Venezia), siamo nella zona di Barcola, da cui il nome di Barcolana, la regata velica che si svolge nel golfo di Trieste la seconda domenica di ottobre, meta di una delle preferite passeggiate dei triestini, ma non solo: d'estate vi si prende il sole, oltre a fare il bagno. A questo scopo, sono stati costruiti dal comune alcuni stabilimenti balneari, a disposizione dei bagnanti, che prendono il nome di Topolini (I° Topolino, II° Topolino, etc.) e costituiscono meta di ritrovo di tanti giovani, e non, che lì si danno appuntamento anche ogni giorno d'estate. Ci sono gli affezionatissimi che si trovano in tutte le stagioni: basta che ci sia un pò di sole, ed ecco l'occasione per ritrovarsi ai Topolini, per prendere il sole e scambiare quattro chiacchiere fra amici. Il primo dell'anno, da non so quanti anni, un triestino particolarmente coraggioso, si tuffa da uno di questi bagni, sfidando le temperature rigide, ma fortunatamente non sempre, della stagione invernale.

Proprio davanti ad uno dei Topolini, ci fermiamo, parcheggiando a bordo strada uno dietro l'altro: sosta al California Inn per un caffè. Questo bar, che una volta si chiamava Ferrè, ha una terrazza in legno di fronte e, in ogni stagione, ci si può sedere fuori a sorbire una bevanda calda o a gustare un gelato, di rimpetto al mare. Ordiniamo i caffè, chi capo e chi nero, chiacchierando e ammirando gli interni del bar, che ripropongono in alcuni punti quelli di una nave. Dopo questa breve sosta, risaliamo in barchetta e ripartiamo, alla volta del Castello di Miramare, che dista meno di 1 km. Al Bivio (si chiama proprio così, Bivio di Miramare) mettiamo la freccia a sinistra e ci immettiamo sulla strada che corre parallela al mare e che finisce proprio al Castello. Dopo aver parcheggiato ordinatamente le nostre barchette, chiudiamo le capotte e ci dirigiamo all'ingresso del Parco di Miramare.

Sulla destra, ci sono le vecchie scuderie del castello, da diversi anno ormai ristrutturate e adibite alle mostre, a sinistra accompagnano il nostro percorso una sfilata di pini, il cui profumo si spande nell'aria. L'ingresso al parco è gratuito, la visita degli interni del castello invece è a pagamento, ma ne vale davvero la pena e ci dirigiamo tutti lì. Prima di entrare, facciamo il giro del castello dall'esterno, sulla terrazza ed ammiriamo i fiori, tenuti con cura e la splendida vista del mare e del golfo. Qualcuno si siede sulle panchine, altri si affacciano dai cornicioni. Poi, lo sguardo all'insù, osserviamo i merli e le bellissime finestre, dai vetri colorati. La prospettiva è proprio incantevole e il castello ci trasmette la sua fascinosa magìa.

Completato il giro delle terrazze, entriamo nel castello. Riunite le quote di tutti, paghiamo e ritiriamo i biglietti alla cassa, distribuendoli quindi a tutti i presenti. Seguiamo in silenzio la persona che ci fa da guida, la quale ci fa percorrere una stanza dopo l'altra, raccontandoci la storia del principe Massimiliano d'Asburgo e della principessa Carlotta del Belgio, sua moglie. Il Castello di Miramare è stato costruito per volontà di Massimiliano, per farne la sua residenza, affidandone il progetto a Carl Junker, i cui disegni preliminari sono stati scelti fra quelli di diversi architetti fra i più noti dell'epoca. Dopo aver visitato, al piano terra, le stanze di Carlotta e quelle di Massimiliano (caratteristici la sua stanza da letto e lo studio, che riproducono la cabina ed il quadrato di poppa della fregata Novara, la nave sulla quale Massimiliano aveva viaggiato come ufficiale della Marina austriaca), passiamo al primo piano, dove si trovano le sale di rappresentanza del castello, particolarmente fastose nei rivestimenti in legno del soffitto e delle pareti. La sistemazione dell'arredo e la decorazione interna furono affidate all'opera di Franz e Julius Hofmann ed ultimate dopo la partenza di Massimiliano per il Messico nel 1864. Attraversiamo il soggiorno e le altre sale ed ammiriamo una stanzetta d'angolo molto particolare, un salottino decorato con arredi e porcellane cinesi, il quale colpisce la nostra attenzione. Infine, entriamo nella sala da pranzo, perfettamente arredata e ci fermiamo ad osservare il grande tavolo, le splendide sedie ordinatamente disposte attorno, nonché gli altri arredi. Ci colpiscono le grandi finestre dai vetri di diversi colori, in particolare azzurro e lilla, dalle quali si vede il mare.

Ascoltando dalla guida la tragica fine di Massimiliano, che a soli trentacinque anni, dopo essere stato nominato imperatore del Messico, venne fucilato nel giugno del 1867 a Querètaro, e della pazzia che colse Carlotta, la quale visse nel ricordo del marito e con l'amarezza di non aver avuto nemmeno un figlio da lui, ci dirigiamo verso l'uscita e pensierosi ci incamminiamo nel Parco, rigoglioso di una vegetazione ricchissima, che consta di alberi e piante di svariati tipi e provenienze delle più diverse. Massimiliano, infatti, pur nella sua breve vita, aveva provveduto a fare della sua residenza una degna dimora, per la sua famiglia e per ospitare personaggi illustri, dando ogni disposizione affinchè il parco diventasse uno dei più sontuosi dell'epoca. Percorrendo i sentieri, alcuni asfaltati, altri ancora in blocchi di pietra, ammiriamo i giardini, le fontane, il porticato sotto il quale s'intrecciano degli splendidi glicini. C'è anche un bar, all'interno del Parco di Miramare, con i tavolini sulla piccola terrazza. Tutt'attorno altri portici e colonnati, li percorriamo fino ad arrivare allo stagno dei cigni e quindi, dopo una breve salita, ad una terrazza che si affaccia sul porticciolo di Grignano. Ci sono anche alcune panchine e ci fermiamo ad osservare il mare e la costa.

Quindi ci dirigiamo verso il Castelletto, il quale, completamente ristrutturato, è ora adibito a Centro Visite della Riserva Marina del Castello di Miramare. Esso è attrezzato con laboratori didattici interattivi ed una parte museale dove sono stati ricreati ambienti naturali, quale quello dei fondali marini dell'Alto Adriatico. Concludiamo la nostra visita del parco, incamminandoci nuovamente verso il Castello e, scendendo le gradinate, ci fermiamo a pochi passi dal mare, osservando la trasparenza dell'acqua, i pesci che nuotano indisturbati, ed il piccolo molo di fronte, con la statua in pietra a forma di sfinge sulla cima. Ripercorrendo la strada dell'andata, torniamo infine al punto in cui abbiamo parcheggiato le nostre barchette. Ci coglie una strana sensazione, siamo stati via solo qualche ora, ma ci pare di tornare da un viaggio di diversi giorni, un viaggio nella storia e nei ricordi di un tempo, nemmeno tanto lontano.
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