un itinerario particolare fra il Carso e il mare

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Paola
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un itinerario particolare fra il Carso e il mare

Messaggioda Paola » gio 15 set , 2005 11:02

Oggi vi porto su un itinerario particolare, da fare con la vostra barchetta (e a piedi), che vi consiglio di leggere da utenti "registrati", in quanto così si rendono visibili le immagini, che sono il pezzo forte del racconto :smile:

ciao
Paola


"Saliamo in barchetta e, usciti dalla città di Trieste, prendiamo la strada provinciale del Carso che ci porterà, dopo una dozzina di km, all’abitato di Aurisina. Arrivati presso la scuola media Igo Gruden, in località Aurisina Cave 16, lasciamo la macchina al parcheggio e, attrezzati di comode scarpe da camminata, scendiamo la stradina fino ad arrivare all’imbocco del sentiero. Qui abbiamo tre possibilità: proseguire a sinistra, lungo il sentiero che si snoda sul mare, parallelo alla linea ferroviaria e, più sotto, alla Costiera Triestina; diritti, in discesa, percorrendo il così denominato Sentiero dei Pescatori che arriva fino al porticciolo di Canovella degli Zoppoli, vicino al paesino di S. Croce sul mare; oppure diritto e poi a destra, lungo il sentiero Kugy, che porta, attraverso un sentiero fra le rocce, fino alla vedetta Tiziana Weiss, dalla quale è possibile ammirare un bellissimo panorama sul mare.

Decidiamo di prendere il sentiero sul mare, svoltando a sinistra, quello segnato con il segnavia n. 1. Dopo un primo tratto alberato, il sentiero si apre ed è possibile vedere, alla nostra destra, Sistiana, la Costa dei Barbari con il moletto, la Strada Costiera che serpeggia sotto il costone e, più avanti, la città di Monfalcone con i suoi cantieri. Spaziando più avanti con la vista, ammiriamo la laguna di Grado. Nelle giornate limpide, si riescono a vedere i monti, magari imbiancati di neve. Dopo esserci soffermati a guardare il paesaggio, proseguiamo lungo il sentiero, fermandoci di quando in quando a scattare qualche foto.

Il sentiero è molto interessante dal punto di vista floristico-naturalistico: ci troviamo, infatti, in una pineta con la tipica macchia mediterranea ed evidenti fenomeni di carsismo. Alla nostra sinistra, si innalzano alti e rigogliosi pini che spandono un intenso profumo di resina e cespugli di sommacco, bacche rosse e fiori bianchi, rosa e lilla, che danno colore al paesaggio. Proseguiamo poi verso la vedetta Liburnia, una torre piezometrica elevata ai tempi della costruzione della ferrovia meridionale per il rifornimento d'acqua alle locomotive. Da lassù, a 177 metri d'altezza, si gode di un panorama straordinario.

Decidiamo di salire e veniamo ripagati dalla vista sul Carso e sul mare. Ma la passeggiata è ancora lunga, scendiamo e riprendiamo il sentiero, a tratti alberato, a tratti aperto sul mare. Il nostro sguardo è attratto dal panorama sulla città di Trieste e, davanti, dalla vista del Castello di Miramare che, bianco si staglia sull’orizzonte. Dal sentiero si può osservare parte dell’Istria, specialmente se il cielo è terso. Scorgiamo una targa, a sinistra, su una roccia e leggiamo che in quel punto è caduto un aereo durante la guerra e hanno trovato la morte i suoi due giovani piloti.

Il percorso ci porta fino al paesino di Santa Croce, cui si arriva dopo aver percorso una stradina asfaltata che sale fino all’abitato. Ci fermiamo al pub a mangiare un panino e a bere una birra e, quindi, dal paese prendiamo un altro sentiero che, inoltrandosi nel bosco, ci porta fino alla vedetta Liburnia, dalla quale seguiamo il sentiero alto che corre parallelo al sentiero n. 1 percorso all’andata e che ci porta, dopo aver ammirato le fattezze tipiche del paesaggio carsico, con la sua pietra bianco-grigia e la sua vegetazione, al parcheggio. Qui riprendiamo la nostra barchetta e torniamo in città, portandoci dietro le immagini di un itinerario davvero suggestivo."
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"Ci sono luoghi che affascinano perché sembrano radicalmente diversi e altri che incantano perché, già la prima volta, risultano familiari, quasi un luogo natio". Claudio Magris, L'infinito viaggiare, 2005.

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