Dal parcheggio, prendiamo la strada statale 202 e seguiamo un tratto della grande viabilità triestina che si collega, poi, all'autostrada. Affrontando il “famigerato” bivio ad H, eseguiamo la svolta a sinistra (una delle manovre peggiori, pericolosa perchè in direzione contraria nei giorni feriali passano molti camion diretti verso la zona industriale ed il porto, e l'immissione diventa difficoltosa; inoltre, l'area di sgombero del'incrocio risulta alquanto ridotta, ed è facile trovarla occupata da altri veicoli, anche peggio se articolati... in questo caso non resta che aspettare un varco, ma alle volte l'attesa è lunga!). Fortuna che oggi è un giorno festivo e l'incrocio si presenta quasi sgombro da veicoli; dopo la svolta a sinistra, ci immettiamo, svoltando ancora a sinistra, sulla strada statale 14, la stessa della famosa strada costiera, solo che in questo caso la si percorre in senso contrario, sull'altopiano (invece che sul mare). Ci dirigiamo verso l'abitato di Basovizza e, dopo aver lasciato sulla nostra sinistra l'Area di Ricerca ed il Sincrotrone (dove c'è il cosiddetto “anello di luce”), svoltiamo in direzione del paese. Sosta alla pasticceria Marc per un cappuccino (triestino, naturalmente, in tutto il resto d'Italia si chiamerebbe caffè macchiato, anche se in effetti non è esattamente la stessa cosa... ma forse Trieste è la città con più tipi di caffè diversi, non solo nel senso di miscele, ma proprio di preparazioni del caffè: provare per credere!) e una pastina (ottime le paste creme!), quindi riprendiamo la nostra barchetta e ci dirigiamo verso la Foiba di Basovizza. Qui è stato eretto un monumento, a tutti i caduti, infoibati al di sotto dello stesso. Un olocausto! Nella primavera del 1945, a guerra finita, a centinaia, forse addirittura migliaia sono stati travolti dagli invasori e gettati nella grotta, che si estende per diverse centinaia di metri sotto al terreno. L'ultimo rilevamento, eseguito nel 1957, indica un livello di circa 150 metri al di sotto del terreno. Da questo livello, si succedono diversi strati: prima residui vari, quindi uno strato ricoperto da resti di armi e munizioni della seconda guerra mondiale, a cui purtroppo fa seguito uno strato di circa 500 metri cubi di resti delle salme di infoibati. Quindi ancora resti di munizioni della guerra austriaca 1915-1918. E si arriva ad un livello di circa 250 metri sotto terra. A questi, segue un tratto di tunnel scavato in direzione del Monte Cocusso. Dopo aver letto la targa posta a ricordo di questo orrendo scempio umano, in silenzio e con un groppo alla gola, affrontiamo la splendida passeggiata che porta verso il costone, da cui si può ammirare una bellissima vista sulla sottostante vallata, la Val Rosandra. Seguendo il sentiero,la nostra vista spazia sul mare, verso Muggia, la zona industriale ed un tratto del porto, ed i paesini di San Dorligo e di Moccò. Il sole e l'aria frizzantina pian piano ci fanno dimenticare la dolorosa storia del nostro passato, e ci godiamo la giornata festiva, camminando all'interno del Bosco Bazzoni, al di là dell'omonima cava. Tratti d'ombra si alternano a tratti soleggiati, più in là il bosco si infittisce e percorriamo un sentiero naturalistico, in cui vediamo le singole piante con applicati dei cartellini gialli che riportano i nomi dei diversi alberi e cespugli. Più avanti ancora, una grotta, di cui è visitabile il primo tratto. Usciti dal sentiero, sbuchiamo nella parte più aperta e, dopo una breve camminata, con vegetazione di tipo carsico, ancora verde grazie alle temperature miti di questo periodo, e qualche cespuglio di fiori gialli, torniamo al parcheggio e riprendiamo la barchetta per rientrare in città.
Paola
un itinerario in barchetta sull'altipiano carsico
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molto bello e suggestivo!
l'anno scorso, roberta ed io, abbiamo fatto milano-trieste (ciao max!) in autostrada con sosta a padova, quindi visita di trieste citta' e castello miramare, poi trieste-gorizia per vie normali (a gorizia abbiamo mangiato in una trattoria stupendamente!!!), gorizia-casello autostrada e ritorno a monza
bei posti! trieste i piace una cifra! non so, forse l'atmosfera "di confine" che si respira, il fatto che sia porta per l'oriente... mi piace!
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"... one more thing, just remember this, in this country they drive on the wrong side of the road."
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un'immagine della Val Rosandra tratta dal numero di novembre 2004 della rivista "Lo Scarpone" del CAI (Club Alpino Italiano), per completare e rendere 1 pò l'idea sull'itinerario da me descritto più su sull'altopiano carsico...
ciao
Paola
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