Dunque, vediamo....
Lo scandalo di Calciopoli : Il processo sportivo : Il 4 maggio 2006 furono pubblicate su alcuni giornali alcune intercettazioni telefoniche di un'inchiesta archiviata dal tribunale di Torino (i cui faldoni erano stati trasmessi all'allora presidente della FIGC Franco Carraro) in cui alcuni dirigenti si informavano con il designatore arbitrale Pierluigi Pairetto, delegato arbitrale UEFA, sui nomi di alcuni direttori di gara che dovevano essere sorteggiati per dirigere le partite della successiva Coppa dei Campioni. Da qui, l'uscita a cadenza giornaliera sui quotidiani di ulteriori intercettazioni provenienti da un'inchiesta ancora in corso della Procura di Napoli (Indagine Offside) aperta nel 2004 per indagare su un giro di scommesse clandestine.
Scoppiò quindi uno scandalo mediatico che portò l'11 maggio alle dimissioni di Moggi e degli altri due dirigenti Antonio Giraudo e Roberto Bettega, in un'inchiesta che teorizzava il reato di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. Inoltre, stando alle accuse, Moggi intratteneva singolari rapporti con alcuni soggetti (tra cui Fabio Baldas, ex arbitro e all'epoca moviolista de Il processo di Biscardi, trasmissione che andava in onda su LA7) che gravitavano attorno al giornalismo sportivo italiano, grazie alla condiscendenza dei quali poteva esercitare pressioni atte a mettere in buona o cattiva luce l'operato di arbitri e società a seconda delle convenienze del caso. A luglio, la Corte Federale della FIGC conferma la squalifica di Moggi per cinque anni con proposta di radiazione.
Il 28 marzo 2010 la FIGC dichiara che Moggi, viste le vicende dello scandalo, è soggetto a radiazione. Poco dopo Moggi comunica che al momento nessuna comunicazione in tal senso gli è stata rinvenuta.
Dopo qualche problema all'interno della FIGC per determinare quale fosse l'organo competente per la radiazione, questo è stato determinato nella Commissione disciplinare nazionale. La Commissione ha emanato la sentenza di primo grado il 15 giugno 2011 condannando Moggi, Giraudo e Mazzini alla "sanzione della preclusione alla permanenza in qualsiasi rango o categoria della FIGC", ovvero alla radiazione[10] [11]. Il 9 luglio 2011 la Corte Federale si è espressa confermando la sentenza in primo grado[12] [13]. Il 4 Aprile 2012 sarà confermata la sentenza anche dall'Alta Corte del Coni (terzo e ultimo grado della giustizia sportiva).
Il processo a Roma [modifica]È stato accusato di associazione per delinquere finalizzata all'illecita concorrenza tramite minacce e violenza privata nell'ambito dell'inchiesta sulla Gea World. Secondo i pm romani Palaia e Palamara, Luciano e Alessandro Moggi, nonché Franco Zavaglia, sarebbero stati i promotori del sistema di potere che avrebbe portato la Gea ad esercitare una funzione dominante nel mondo del calcio. Nel capo di imputazione si afferma che i tre avrebbero creato la Gea per "acquisire il maggior numero di procure sportive, tramite esse, ottenere un potere contrattuale in grado di incidere in maniera determinante sul mercato calcistico, per condizionare la gestione dei calciatori e, di riflesso, quella di svariate squadre del campionato di calcio". Il 3 ottobre 2008 è stato rinviato a giudizio insieme ad altri ventiquattro imputati nell'inchiesta. Al relativo processo, l'11 novembre 2008 il PM ha chiesto una condanna a 6 anni per Moggi per associazione per delinquere finalizzata all'illecita concorrenza tramite minaccia e violenza privata, senza le attenuanti del caso per il pessimo comportamento tenuto in aula. 5 anni di condanna sono stati richiesti per suo figlio.
L'8 gennaio 2009 la X sezione del tribunale di Roma ha condannato Luciano Moggi a 1 anno e 6 mesi di reclusione per violenza privata nei confronti dei calciatori Manuele Blasi, indotto ad abbandonare il procuratore Stefano Antonelli per passare alla Gea, e Nicola Amoruso, anch'egli per fatti relativi alla sua procura. Con Luciano Moggi è stato condannato anche il figlio Alessandro. Ha invece assolto Luciano Moggi, Alessandro Moggi e tutti gli altri componenti della Gea dall'accusa di associazione per delinquere finalizzata all'illecita concorrenza, non accogliendo la richiesta di condanna a 4 anni e 8 mesi del procuratore generale Alberto Cozzella.
La sentenza del processo d'appello del il 25 marzo 2011 ha ridotto la condanna a un anno di reclusione a causa della prescrizione dei fatti inerenti a Nicola Amoruso, ha inoltre condannato Moggi al risarcimento del danno nei confronti del procuratore Stefano Antonelli e della Figc e ha confermato l'assoluzione per associazione a delinquere. L'avvocato di Moggi ha annunciato il ricorso in Cassazione. La pena di un anno non verrà comunque scontata in quanto coperta dall'indulto del 2006.[2].
Il processo a Napoli [modifica]Il 20 gennaio 2009 è iniziato a Napoli il processo di Calciopoli che vede Moggi come imputato. Una svolta nel processo in corso ha avuto luogo con la scoperta, da parte dei legali di Moggi, e la successiva acquisizione, di nuove intercettazioni mai ascoltate né precedentemente trascritte. Esse dimostrerebbero infatti l'esistenza di contatti diretti di altri dirigenti mai indagati con arbitri e designatori, facendo venir meno l'ipotesi accusatoria di unicità di rapporti tra Bergamo e Pairetto e gli imputati.[14]
L'8 novembre 2011 è stato condannato in primo grado dal Tribunale di Napoli a 5 anni e 4 mesi di reclusione (oltre al Daspo di 5 anni e all'interdizione in perpetuo dai pubblici uffici), per promozione della associazione a delinquere[3].
Altri riti [modifica]Nell'aprile 2007, gli atti relativi all'ipotesi di sequestro di persona di Luciano Moggi ai danni dell'arbitro Gianluca Paparesta furono trasmessi per competenza alla Procura di Reggio Calabria. Dopo aver svolto le indagini, la procura archiviò il caso perché "il fatto non sussiste". [15].
Il 21 gennaio 2009, il GUP di Milano ha assolto Luciano Moggi dall'accusa di diffamazione nei confronti dell'Inter. Moggi era accusato di aver diffamato la società nerazzurra, in quanto aveva dichiarato che la società nerazzurra si era salvata patteggiando il caso del passaporto falso di Recoba, senza conseguenze rilevanti, a differenza di quanto accaduto alla Juventus nel caso Calciopoli. Gabriele Oriali, all'epoca dirigente dell'Inter, aveva effettivamente patteggiato una pena di 6 mesi di reclusione per ricettazione e concorso in falso. Il GUP di Milano ha ritenuto che le parole di Moggi fossero solo "espressione del diritto di critica, al massimo imprecise, ma non penalmente rilevanti".[16]
Il 14 maggio 2009 il Giudice di Pace di Lecce ha assolto Luciano Moggi e l'arbitro Massimo De Santis accusati di frode sportiva, in concorso per aver alterato l'andamento delle gare Lecce-Juventus e Lecce-Fiorentina del campionato 2004-2005, come sancito dalle sentenze sportive. In particolare il giudice ha stabilito che: «non è stato in alcun modo provato il fatto descritto», «il Giudicante non ritiene inoltre pienamente utilizzabili le sentenze rese dagli organi di giustizia sportiva essendo quest'ultimo giudizio strutturalmente diverso rispetto al giudizio ordinario. Né si ritiene che le intercettazioni telefoniche richiamate nel corso del giudizio possano avere valenza probatoria, non essendo utilizzabili in un procedimento diverso da quello nel quale esse sono disposte» [17].
Il 24 novembre 2009 a Torino Moggi, insieme a Giraudo, Bettega ed alla società Juventus, è stato assolto "perché il fatto non sussiste" dalle accuse riguardanti la gestione dei conti della società bianconera durante il periodo della triade. I PM avevano chiesto tre anni di reclusione per l'ex DG[18]. Inoltre l'11 novembre 2010 la Juventus Football Club ha ritirato la querela contro Luciano Moggi, Antonio Giraudo e Roberto Bettega, presentata nell'ambito dello stesso processo per i bilanci della vecchia gestione finanziaria della società.[19].
Il 14 settembre 2010 Moggi, insieme a Giraudo, Bettega, Blanc e Giovanni Cobolli Gigli, è stato prosciolto dall'accusa di violazioni fiscali sui bilanci del club bianconero dal 2005 al 2008. Il giudice torinese Eleonora Montserrat Pappalettere ha accolto la richiesta di archiviazione presentata dalla stessa Procura della Repubblica e chiuso il caso aperto da un accertamento della Guardia di Finanza[20].
L'11 novembre 2011 il Giudice monocratico di Roma condanna Moggi a 4 mesi di reclusione e al pagamento di un risarcimento danni di 7 000 euro a Franco Baldini, vittima di minacce durante un processo in cui doveva testimoniare, quindi nelle vesti di pubblico ufficiale[21].
Anche queste sono ... cazzate?
Suvvia, siate seri, anche se capisco che per voi e' mooooolto difficile...
PS: te lo compro io il colluttorio, mimmo....
